All’inizio di novembre lavorando in giardino, ho fratturato il collo chirurgico dell’omero. al pronto soccorso, l ‘ortopedico che ha visto la lastra, ha chiesto una Tac e il parere di un collega. E’ andata bene, non era una frattura scomposta e non ha richiesto un intervento chirurgico, quindi mi è stato prescritto per un mese un tutore mobile.
Quando ho chiesto all’ortopedico se il qi gong avrebbe potuto aiutarmi a recuperare funzionalità, (non perdo mai l’occasione di fare conoscere, di ragionare di questa disciplina, gli stavo preparando una spigazione semplice semplice), lui mi ha detto che queste discipline orientali hanno in più il valore aggiunto che lavorano sul rilassamento e questo cambia in modo sostanziale.
Mi ha completamente spiazzata, sono rimasta senza parole e mi sono bruciata l’occasione di confronto.
Dopo un mese torno, faccio la lastra e vado dall’ortopedico. Mentre aspetto il mio turno rifletto sul fatto che se trovo lo stesso medico può essere interessante ragionarci. Per ragioni essenzialmente diplomatiche ho deciso di fare un pò di fisioterapia, ma in realtà sono determinata a gestirmi la ribilitazione con il qi gong.
Entro trovo una dottoressa di mezza età che mi fa una serie di discorsi sostanzialmente sensati.
Alla fatidica domanda ” Il qi gong può aiutarmi a recuparare la funzionalità della spalla?” mi risponde che lo conosce e che sicuramente va bene.
Basta solo che io imposti il lavoro su determinati movimenti che mi fa vedere.
Di nuovo trasecolo: sta cambiando la sanità e io non me ne ero accorta?