La domanda che ricevo più di frequente è perché abbiamo definito il nostro qigong, gentile.
Si chiama gentile perché induce gentilezza soprattutto verso sé stessi.
Sviluppa la gentilezza amorevole che ci porta ad individuare, ascoltare, percepire ed interpretare i nostri reali bisogni.
Fa crescere la gentilezza sottile e discreta che ci indirizza ad una reale accettazione di noi stessi, dei nostri punti di forza, ma anche dei nostri limiti ed inadeguatezze.
Potenzia la gentilezza dolce ma determinata, che ci indirizza e ci accompagna verso il reale perdono per i torti che abbiamo inflitto e per quelli che abbiamo subito.
Rafforza la gentilezza morbida e potente, che ci porta a disfarci di quello che non serve o non vale, che ci appesantisce e ci rende il cammino faticoso, tortuoso e complicato.
Fa maturare la gentilezza discreta e silente che con efficienza, lavora per il nostro equilibrio emozionale.