La meditazione appartiene ad ogni importante tradizione spirituale.
Nel corso della storia e in ogni contesto culturale, ci sono state persone che hanno cercato degli spazi per potere, lontano dai clangori del mondo, trovare pace, quiete e rinnovamento spirituale. Dagli eremiti ai monasteri, un viaggio lungo millenni alla ricerca della propria essenza. Scelte radicali che parlano però di un bisogno di capire, di sapere, condiviso da moltitudini di uomini, oggi come allora.
Ai giorni nostri in tutto il mondo, molte persone immerse in questa vita frenetica, piena di impegni, rumore e stress, cercano di ritagliarsi dei momenti in cui coltivare la pace, la quiete e l’armonia interni.
Tempi per sé in cui praticare l’ascolto e l’esplorazione interiori, per capire le proprie dinamiche, conoscere a fondo le proprie emozioni e capire che cosa cambiare perché la vita diventi migliore. Momenti preziosi in cui sviluppare l’intuito, la comprensione e l’accettazione da applicare prima di tutto per sé stessi, ma anche per gli altri.
Meditazione è entrare in condizione di quiete e andare alla ricerca di sé stessi.
La meditazione ci consente di trovare nuove risposte alle vecchie domande di sempre:
- Chi sono, dove sono che cosa faccio?
- Mi piace?
- Perché non mi piace?
- Cosa posso fare perché vada meglio?
- C’è un modo di rilassare il corpo, alleggerire il cuore e acquietare la mente?
- Tutto questo stress è necessario?
- L’ansia, la preoccupazione e la paura si possono contenere?
- Quanto cambierebbe la mia vita e quella delle persone che amo, se riuscissi a contenere tutte queste emozioni stressanti e la testa fosse più leggera?
- Cambierebbe la mia vita anche al lavoro?
Quando diventiamo più consapevoli e presenti iniziamo a scoprire come funzionano da dentro la nostra mente, il corpo e il cuore e scopriamo come il mondo esterno li influenzi profondamente.
Per molti anni ho pensato che la meditazione fosse teoria, oggi so che è pratica, esperienza ed abilità. Si impara e si applica alla quotidianità, ai momenti, alle circostanze e soprattutto alle difficoltà.
Il maestro Li Xiao Ming propone moltissime pratiche di quiete, che per essere efficaci richiedono di portare l’attenzione e i sensi all’interno. Nei primi anni le ho trovate spaventosamente difficili, venivo distratta da mille stimoli che tentavo di ignorare, quando finalmente entravo mi annoiavo mortalmente. Poi ho un giorno mentre cercavo di spiegare ad un’amica affranta come entrare in condizione di quiete, è scattato il meccanismo e Qigong gentile è nato così.
Qigong gentile lavora in condizione di quiete, insegna a vivere a pieno il momento per iniziare a sviluppare l’abilità di sentire e capire, restando vigile.
La meditazione ci porta a scoprire che la nostra vita può non essere scandita dalle abitudini e dalle emozioni, ma siamo in grado di modificarla, di trasformarla percorrendo nuove strade frutto della consapevolezza e comprensione acquisite.
L’assunto di base è comprendere che su una serie di cose non ci è dato di intervenire, non possiamo evitare la vecchiaia, malattie e morte. Non possiamo sottrarci al lutto, al dolore, all’angoscia ma piano, piano, iniziamo a comprendere che accettando quello che sta succedendo possiamo contenere le emozioni deflagranti e lo stress. Il segreto è accettare per vivere meglio e perdonare per riuscire a lasciare andare quello che ci appesantisce.
Quiete e ottimo fine settimana a tutti!