Ieri per festeggiare il mio non compleanno, ho passato una giornata amena guardando del materiale qigong proveniente dalla Cina. A sera la testa era un caleidoscopio in cui turbinavano immagini festose e parole incomprensibili. Ho dormito pochissimo, a sprazzi, ho sognato cose assurde che mi hanno lasciato una serie di domande.
Ho sognato la Irma della montagna che 30 anni fa ne aveva 70, che mi raccontava che quando aveva problemi d’amore alla notte andava alla fontana ad ascoltare il chiocciolio dell’acqua che le entrava dentro e le riempiva la pancia di quiete e poi dormiva.
E anche la Rosa, la mia pescivendola che racconta l’esoterismo, che era diventata la signora cinese che su un palco guidava in modo grossolano una serie di percussioni su punti assolutamente strategici. Giuro, stessi capelli, uguale tono di voce e medesima atmosfera!
Alla fine è arrivata anche la Rita di 60 anni, che a lezione raccontava che la sua nonna le aveva insegnato che la gioia di vivere era sotto l’ombelico, per risvegliarla bastava massaggiare con cerchi che diventavano più grandi prima e poi tornavano piccoli.
Mancava solo la mia nonna, con i suoi proverbi in dialetto veneto, quello sulla rabbia che mangia il fegato oppure quello del cuore che soffoca per i dispiaceri
QUANDO I RITMI ERANO MENO FRENETICI ESISTEVA UN QIGONG IN ITALIA? IN DANIMARCA, GRECIA E INGHILTERRA?
COS’E’ IL QIGONG?
MA QUANTI TIPI DI QIGONG ESISTONO IN CINA?
QUALE TIPO DI QIGONG IMPORTIAMO?
Maestri con divise ben stirate, di seta o di cotone ruvido, con 7 – 9 oppure 11 alamari?
Monaci in tuta?
Maestre in borghese?
La Pina dall’ombretto turchese e lo smalto sbeccato che fa lavorare tutte le articolazioni delle mani?
Oppure la Nina che al parco, infonde dinamica allegria a ragazze, mamme e nonne?
O ancora l’istruttore ginnico che fa saltabeccare un gruppo di ragazzini?
PERCHE’?
Ok porto i miei quesiti a quel tal paese a fare colazione: buona giornata a tutti!